B&B Villa Carlotta a Ferrara

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Goccia dopo Goccia – Natale in favola

Premessa

La magia del natale che si rinnova ogni anno nella città di Ferrara e che trova la sua espressione più alta nel meraviglioso centro storico addobbato di luci e musiche,  pervade il pensiero e l’emozione che ,  volte , si traduce in parole scritte rivolte a tutti ma raccolte spesso solo dai bambini .

Nascono così ” le storie” che nel loro contesto fra l’immaginario ed il reale offrono ancora momenti magici che ci permettono di volare lontano.

” …Dalla terra nasce l’acqua dall’acqua nasce l’anima…

E’ fiume, è mare, è lago, stagno,  ghiaccio e quant’altro…

                         E’ dolce, salata, salmastra

E’ luogo dove ci si ferma e si cui si viaggia

E’ piacere e paura, nemica ed amica e confine infinito

E’ cambiamento ed immutabilità :   Ricordo ed oblio…”

( Eraclito )

 

Goccia dopo goccia

Era Dicembre e nel paese costruito dalla fantasia di tutti i bambini del mondo, Babbo Natale preparava i doni confezionando con cura tantissimi pacchetti colorati.

Le renne, che avrebbero dovuto tirare la sua slitta, sentivano nell’aria odore di festa ed erano piuttosto agitate all’idea della partenza di lì a poco.

Il grande freddo si faceva sentire attraverso l’urlo del vento e tutte quelle farfalline bianche, che per giorni e giorni erano scese dal cielo ed avevano ricoperto la montagna, ora erano in un unico bianco letto.

Persino il lago che qualche mese prima aveva lasciato che il vento soffiando spostasse lievemente le sue acque ora era immobile.

Le sue acque erano diventate dure e una grossa lastra di ghiaccio non permetteva agli uccelli né di bere né di pescare.

Babbo Natale dunque, indaffarato più che mai, procedeva nel suo lavoro, fermandosi ogni tanto a leggere le lettere che gli avevano spedito tutti i bambini del mondo.

Improvvisamente sentì di avere sete

Smise per un attimo il suo lavoro ed uscì di casa.

Proprio vicino alla porta c’era una fontanella che da sempre lasciava zampillare un acqua fresca e pulita che sia lui che le sue renne potevano bere.

Cercò di aprire la farfallina del rubinetto ma era dura e ghiacciata e non voleva saperne di cedere alla pressione della sua mano.

Improvvisamente gli parve di sentire che una vocina spezzasse il grande silenzio della montagna.

Puntò l’orecchio e fu allora che percepì alcuni suoni……” ohi !! !”…..ahi !!! “….” sono qui !!! “…

Avvicinò l’orecchio alla fontanella e comprese che un piccolo pezzo di ghiaccio era rimasto incastrato metà fuori e metà dentro il rubinetto.

Babbo Natale lo guardò e fu allora che quella vocina continuò.

” -Ti prego,  liberami da questo posto, sono intrappolata qui da questa notte e quasi non ce la faccio più a respirare! -”

Babbo Natale corse in casa, prese un bicchiere e andò alla fontanella.

Mise la sua mano attorno al rubinetto ed aspettò.

Dopo un po’ il calore il calore di quella mano buona e delicata scaldò l’imboccatura del rubinetto fino a che sentì scivolare nel palmo della mano una gocciolina d’acqua che, svelta  svelta si lascò cadere nel bicchiere.

Babbo Natale la portò in casa e cominciò a parlare con quella gocciolina.

“- Come sei piccina…proprio come la tua voce! Quasi non ti sentivo nonostante il grande silenzio della montagna-”

La goccia rispose : “-Grazie di avermi liberata. Da ore mi trovavo intrappolata lì e poi ero sola e star sola non mi piace-”

“- Se dici così- osservò Babbo Natale- è perché tu conosci altre cose o perché hai avuto degli amici o delle sorelline !

Suvvia raccontami la tua storia-”

E la piccola goccia iniziò il suo racconto.

“- Sono nata in un punto altissimo della montagna dove le rocce si sposano ai grandi sassi e dove il vento soffia giorno e notte e dove soltanto le grida delle aquile si ripetono e rispondono a se stesse. Non ero sola ma in compagnia di tante altre goccioline che, come me, saltavano fuori una dopo l’altra là,  dove la roccia ed il sasso non riuscivano ad unirsi completamente e poi via, giù a scivolare tutte insieme…

Le nostre voci si univano e proprio perché chiacchieravamo tutte insieme ti assicuro che ci facevamo un po’ sentire! Ad un certo punto eravamo talmente tante che la nostra voce è diventata un unico grande borbottio.

Allora abbiamo cominciato a ricevere visite.

Bambini e adulti ci venivano a vedere e dicevano. “- Guarda, guarda che bel ruscello, ascolta la sua voce..!

E una donna ha adagiato della biancheria su un grande sasso, si è messa in ginocchio e ci ha versato addosso una polvere magica che ci faceva il solletico. Dalle nostre risate sono nate delle bollicine tutte colorate e leggerissime che si alzavano nell’aria per poi ricadere con un ” Pluff ” dentro il ruscello.

Poi siamo arrivate fin qui ed è successa una cosa che non avrei mai immaginato .

Tantissime delle mie sorelline sono finite in quel grande catino che adesso è tutto ghiacciato ed io, non so come, sono finita dentro un tunnel nero e buio che mi ha portata fin qui e proprio mentre stavo per uscire, il grande freddo mi ha gelata intrappolandomi nel rubinetto della fontanella da cui tu mi hai raccolta.

Ora le mie sorelle sono là nel lago ghiacciato ed io qui, nel fondo di un bicchiere.

Per fortuna che ci sei tu che mi ascolti!

Ma ora sei tu che mi devi raccontare la tua storia e, se puoi,  dimmi anche come andrà a finire la mia-”

Dopo aver ascoltato con attenzione Babbo Natale sospirò e rispose:

“- Avrai capito che io sono un nonno…la barba bianca e lunga…i baffoni bianchi… e poi tutti questi pacchetti e giocattoli che sto preparando…!

Io sono il nonno di tutti i bambini del mondo, un nonno che abita lontano ma che, una sola volta all’anno, scende dalla montagna.

Le mie renne tirano una slitta carica di doni e sanno anche volare perché, il grande amore per i bimbi, rende magnifico e magico il viaggio.

Ma tu stai tranquilla, io non partirò senza averti portato prima dove tu desideri. Vivo qui da sempre e posso dirti che quando il grande freddo lascerà il posto al vento tiepido della stagione dei fiori, il ghiaccio del lago tornerà ad essere quel letto d’acqua fatto di mille e mille goccioline.

Se vuoi io ti porterò là insieme a tutte le tue sorelline, tornerai per un po’ nel ghiaccio e sarai immobile.

Ma poi il tempo ti cambierà e tornerai ad essere ” acqua”.

Ridiscenderai la montagna e passando attraverso i boschi e le valli porterai la vita a paesi e città.

Grandi e piccoli ti toccheranno e faranno festa con te.

Ma tu continuerai a viaggiare perché la tua storia è tutta un viaggio.

Un viaggio che corre tra la terra ed il tempo e che tocca ogni cosa prima di arrivare nella pancia del mare dove un mondo, ancora diverso, ti aspetta.

 

Aria di Festa…Natale a Ferrara

Già dal giorno 17 Novembre,la città di Ferrara comincia il Suo conto alla rovescia per le Festività Natalizie.

L’accensione delle luci di Natale,a suon di musica,emoziona una piazza gremita di gente e,se lo sguardo è attento ed indagatore,coglie in qualcuna di esse la commozione per un evento che,benchè ripetitivo,sempre e comunque tocca le corde emozionali più profonde.

In un contesto avvolgente di luci e musiche,si delineano  già quelle esposizioni,a cielo aperto,di bancarelle e casette dove una moltitudine di oggetti della tradizione locale si affianca a bancali gastronomici prettamente ferraresi, che non disdegnano la vicinanza a prodotti meravigliosi provenienti da altre regioni.

Una cultura,dunque,che pur non rinunciando alle sue radici lascia spazio ad altro,senza timore di perdere valore ed autenticità.

Non mancano certo i richiami al passato che si traducono nella esposizione e vendita di manifatture artigianali,dal cuoio alla bigiotteria,dai pizzi ai prodotti dolciari,fatti rigorosamente a mano,tipici del periodo natalizio.Prodotti che ,da sempre,sono promotori ed indicatori di ciò che si può definire ” Aria Di Festa”.

Un passato,dunque,che si coniuga con un presente moderno,fortemente tecnologico,a cui non è possibile rinunciare,ma dove l’oggetto della tradizione trova un Suo spazio,una Sua ragione di essere a testimonianza che non esiste futuro che non appoggi sulla sua stessa storia passata.

Le date del percorso

Dal 17 novembre 2018 al 6 gennaio 2018

Sabato 17 novembre 2018 – Le Voci Sole in concerto e accensione delle luminarie

Sabato 24 novembre 2018
“E lucevan le stelle” – omaggio a Luciano Pavarotti con i cantanti della Fondazione
Ore 16.30 – Piazza Trento e Trieste
Ore 17:30 – Piazza Cattedrale Accensione Christmas Tree
Sabato 1 dicembre 2018  Piazza Castello
Ore 17:30 con replica ore 19:30
Fontane Danzanti e Banda Filarmonica comunale Ludovico Ariosto
 Sabato 8 dicembre, ore 17.00
Piazza Trento e Trieste
AMF Brass Band in concerto
Sabato 15 dicembre, ore 17.00
Piazza Trento e Trieste
I bambini cantano il Natale
Sabato 22 dicembre, ore 17.00
Piazza Trento e Trieste
A Christmas Song
Domenica 30 dicembre, ore 20.30 Teatro Nuovo
Finale “#Music&Young”, concorso musicale per giovani artisti
Lunedì 31 Dicembre
Palazzo Municipale
– Ore 18.00 “Apericena a Palazzo'”
– Ore 21.00 “Gran Buffet a Palazzo”
Castello Estense
– Ore 19.00 “A Tavola con… gli Estensi”
– Ore 19.00 “Gran Cenone in Castello”
Ridotto Teatro Comunale
– Ore 19.00 “Gran Cenone a Teatro”
Teatro Nuovo
– Ore 20.30 “Makkeroni a Capodanno, Makkeroni tutto l’Anno” In collaborazione con Stileventi
Piazza Castello
– Ore 21.30 “Happy New Year”, Spettacolo Musicale
– Ore 24.00 “Tempus” Incendio del Castello Estense
– Ore 00.30 “Scuola ZOO DJ Set” (chiusura ore 03.00)
Domenica 06 Gennaio
Piazza Trento Trieste
– Ore 15.00 “Befana a 4 Zampe con Bau Walk” In collaborazione con FEshion Eventi
– Ore 17.30 Estrazione Lotteria della Solidarietà In collaborazione con Agire Sociale
– Ore 18.30 Accensione della Befana, a cura di Contrada San Paolo

Rotolini di zucca e bacon

Un antipasto ghiotto e sfizioso.

Veloce,semplice,gustoso….una ricetta da usare sia come antipasto sia come facente parte di una pasticceria ibrida,dolce e salata insieme.

Cuocere la zucca in forno ,pulita ma senza ingredienti aggiuntivi.

Deprivarla poi dei fili e della buccia.

Schiacciare la zucca con una forchetta,all’interno di un colino per farle perdere eventuale acqua.

Metterla in un piatto ed aggiungere formaggio grana,un pochino di pane grattugiato per rassodare il composto e la noce moscata.

Avvicinare  due fettine di bacon belle stese e leggermente sovrapposte al centro.

Distribuire una cucchiaiata del composto di zucca ed arrotolare.

Disporre in una teglia con carta da forno ed infornare a 180° per circa 20 minuti.

Servire tiepidi.

LA MAGIA DELLE MONGOLFIERE SOPRA FERRARA

Il Festival  delle mongolfiere si svolgerà dall’7 al 16 settembre dalle ore 8 del mattino fino alle ore 20 circa, presso il Parco Urbano “Giorgio Bassani” di Ferrara, polmone verde della città.

Propone ai visitatori un evento unico nel suo genere: mongolfiere in volo libero, vincolato e dalle forme speciali, spettacoli, shopping, specialità eno-gastronomiche, eventi sportivi, artistici e musicali.

Gli spettatori potranno assistere al gonfiaggio delle mongolfiere, e provare l’emozione di salire a bordo dei palloni la mattina presto e verso sera, i due migliori momenti per alzarsi in volo in tutta sicurezza.

Tutto è uno spettacolo indimenticabile per grandi e piccini a cui vengono riservate diverse e specifiche aree.
Tra i momenti più suggestivi, il sabato sera alle ore 21, lo spettacolo delle mongolfiere illuminate a ritmo di musica.

Una cena sotto le stelle,da gustare presso gli innumerevoli stand gastronomici organizzati, potrà essere un’ottima conclusione per una giornata densa di emozioni.

L’ingresso è previsto gratuito dal lunedì al venerdì.

Sabato e domenica costo dell’ingresso Euro 5, ad esclusione dei portatori handicap e loro accompagnatori.

Programma

– VOLO VINCOLATO
Sabati e Domeniche: 10.00-12.00 e 17.30-20.00.
Da Lunedì a Venerdì dalle 17.30 alle 20.00.
L’orario dei voli vincolati potrà subire variazioni a discrezione del direttore dei voli.
COSTI
Adulti € 9,00
Bambini € 7,00
Pacchetto Famiglia 2 adulti + 1 bambino € 23,00
Pacchetto Famiglia 2 adulti + 2 bambini € 29,00

– VOLO LIBERO
Gonfiaggi e decolli: al mattino alle ore 7.00 e al pomeriggio alle ore 17.30 (l’orario dei voli liberi potrà subire variazioni a seconda delle condizioni meteorologiche).
Durata volo: indicativamente 1 ora.
Durata complessiva (gonfiaggio, volo e rientro via terra): indicativamente 3 ore.
COSTI
Da Lunedì al Venerdì: Volo singolo €150,00. Due o più voli €130,00 cad.
Sabato e Domenica: Volo singolo €190,00. Due o più voli €160,00 cad.
PRENOTAZIONI
volo@ferrarafestival.it – 345 2313191 (dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18)
Le mongolfiere si alzeranno in volo (sia libero che vincolato) solo ed esclusivamente se sussisteranno ben determinate condizioni metereologiche, tali da consentire voli in piena sicurezza.
L’Organizzazione del Ferrara Balloons Festival si riserva inappellabilmente di sospendere, rimandare o modificare il programma di volo (libero e/o vincolato) qualora tali condizioni meteo o di altra natura lo rendessero necessario.
Info: info@ferrarafestival.it 345 9152746

Buskers Festival 2018 Ferrara

Come ogni anno nel mese di Agosto e precisamente dal 18 al 26 ,la città di Ferrara si trasformerà in un immenso palcoscenico dove gli Artisti di tutto il mondo andranno ad animare ogni angolo del nostro meraviglioso Centro Storico.

I “BUSKERS” ovvero gli artisti della strada offriranno gratuitamente a visitatori e turisti le performance più svariate di giochi, musiche, suggestioni, creando una festa mobile intrisa di allegria e stupore.

Un palcoscenico dunque ricco e grandioso; 2000 mq. con circa 1000 artisti provenienti da ogni parte del mondo.

Ospite d’onore quest’anno sarà la città di Dublino evidenziata nel famoso lungometraggio di Alan Parker, dove il regista sottolinea l’importanza culturale degli artisti della strada

Tempo di fiera

L’uomo dei palloncini

Era tempo di fiera.

I giostrai erano al lavoro per montare le loro giostre.

C’era chi allestiva la pista per le macchinine,chi preparava il bancone per vendere le caramelle e le dolcezze di cioccolato,chi lavorava al cilindro rotante per fare i gelati di zucchero filato e chi,ancora,predisponeva sulla pista quei cavallini dall’aspetto fiero e sorridente che,da tanti anni,giravano in tondo,alzandosi ed abbassandosi a suon di musica.

Nel frastuono di tanto lavoro frenetico c’era un uomo che non aveva una giostra sua,nè caramelle da vendere,ma camminava silenzioso stringendo fra le mani un groviglio di fili che volavano verso il cielo.

Per ogni filo……un palloncino;un palloncino che si spingeva in alto contrastando,con i colori più brillanti,l’azzurro del cielo.

Il venditore di palloncini calzava scarpe troppo grandi per i suoi piedi,pantaloni lunghi e larghi ed una giacca che di certo,in un tempo passato,era appartenuta a qualcuno più grande e più grosso di lui.

In testa un cappello di cencio che quasi quasi gli copriva gli occhi.

Ma negli occhi,negli occhi aveva uno sguardo felice e furbetto di chi nasconde un grande segreto.

Nel giorno d’apertura di quella grande fiera di paese lui era lì,fermo in un angolo,ad aspettare che qualcuno si avvicinasse per comprare i suoi bellissimi palloncini.

Il venditore sapeva che,fra tutti ce n’era uno speciale che lui stesso aveva gonfiato soffiandoci dentro un’aria speciale,più leggera e più forte di tutte,capace di far volare il palloncino per tanto e tanto tempo,fino a raggiungere luoghi lontani e sconosciuti.

E fu così che la sera,dopo aver venduto tutti i suoi bellissimi palloncini,decise di lasciare andare l’unico che aveva tenuto per sè,quello gonfiato con “l’aria di festa”.

Il palloncino incominciò il suo viaggio.

Africa

Spinto dal vento,urtato dalle nuvole,scaldato dal sole,raggiunse un luogo dove gli alberi erano fitti fitti,il caldo quasi insopportabile e strane bestiole che,facendo dei gridolini,saltavano qua e là sui rami degli alberi,staccando frutti maturi per mangiarseli.

Il palloncino si fermò fra quei rami.

Una scimmietta, per prenderlo,afferrò il filo ma,un po’ maldestra,allentò il beccuccio ed un pochino dell’aria di festa scappò fuori.

Tutte le scimmie cominciarono a ridere e risero talmente forte che gli abitanti del villaggio vicino, corsero a vedere cos’era successo.

E quando videro  le scimmie che ridevano cominciarono a ridere pure loro ed i bambini cominciarono a ballare ed a saltare felici come non mai.

L’aria di festa si era infilata dappertutto provocando un leggero solletico sulla pelle.

-E’ ora di partire-pensò il palloncino  -Questa gente ora sta meglio-.

Il viaggio continuò…..Ora in alto,ora in basso.

Europa

Il palloncino ,volando,osservava tutto ciò che succedeva sulla terra.

All’improvviso si accorse che lontano,nel punto dove il cielo si confonde con il mare,giravano in tondo grandi pale mosse dal vento.

E quel vento lo portò così vicino a quelle pale che,una di esse,impigliò il filo e un piccolo strappo fece uscire un po’ di quell’aria di festa.

I fiori della terra la respirarono ed aprirono le loro corolle colorate sorridendo al sole.

Molti bambini li videro ed in poco tempo,i campi di fiori furono pieni di gente che li annusava meravigliandosi di tanti profumi diversi.

Il palloncino sospirò……si era accorto che tanta gente si era conosciuta proprio lì,in quei campi di fiori ed ora ridevano insieme.

Il vento lo spostò di nuovo,trascinandolo via insieme al suo filo.

Nonostante avesse perso un pochino della sua aria di festa il palloncino era sempre bellissimo e veloce.

-“Chissà quale sara la mia prossima fermata?-    Si chiese.

Asia

Dopo un lungo tragitto sembrò che il vento si volesse riposare e,piano piano,l’aria si fece più umida e pesante.

Fu allora che il palloncino si abbassò e,si abbassò talmente tanto,da finire sulla schiena di un elefante indiano.

L’elefante non se accorse nemmeno……la sua pelle era troppo grossa per avvertire la presenza di una cosa così leggera,ma se ne accorse subito dopo,quando si sentì osservato osservato da tutti i suoi amici.

-“Cosa hanno da guardarmi?!-    Pensò l’elefante.

Un piccolo elefante gli indicò il palloncino con la proboscide.

-“Tiralo via”-   Disse il grande elefante.

Il piccolino così fece ma,nel tirarlo via,tirò il filo;il beccuccio si aprì un pochino e quel che successe si può immaginare.

L’aria di festa entrò nelle proboscidi di tutti gli elefanti che cominciarono a ridere come matti ed a rotolarsi per terra senza dignità.

E tutti gli altri animali corsero a vedere e cominciarono pure loro a schiamazzare senza fermarsi,soprattutto quando si accorsero che i serpenti,a furia di ridere,si erano aggrovigliati in nodi che non riuscivano più a sciogliere.

-“Meglio andarsene”-    Pensò il palloncino   -“Chissà per quanto tempo rideranno”-

Oceania

La ripresa del viaggio fu dolce e calda!

Il palloncino si faceva cullare e spingere lontano fino a che,dall’alto,vide una cosa mai vista.

Buffissime bestiole che avevano quattro zampe ma camminavano con due e  che avevano nella pancia la borsa della spesa con dentro un piccolino che spuntava fuori con le orecchie.

E saltavano,saltavano come se avessere le molle sotto i pidi!

Il palloncino volle provare a saltare come loro;puntò il filo a  terra e tentò di prendere il ritmo.

Proprio mentre ci provava un cangurino lo catturò e strapazzò un pochino il filo fino a far uscire un po’ di aria di festa.

Da quel momento tutti i canguri,grandi e piccoli,cominciarono a fare strani salti,talmente strani che tutta la gente corse a vederli.

Anch’essi respirano l’aria di festa e cominciarono a piegarsi in due dalle risate.

Si alzò di nuovo il vento ed il palloncino ne approfittò per ripartire.

America

Cominciava ad essere stanco;il viaggio era stato lungo e faticoso ma l’aria di festa che era ancora dentro di lui era destinata ad un altro luogo.

Infatti,dopo un altro lungo percorso,vide un paese pieno di bambini che non avevano giocattoli,ma correvano di qua e di là in mezzo alla strada,solcata di quando in quando,da qualche automobile.

-“Mi fermerò qui”-    Pensò il palloncino        E si adagiò sulla strada!

Immediatamente una nuvola di bambini lo raggiunse,lo guardò e tirò il filo.

Uscì l’ultima aria di quel palloncino speciale,ed in sieme all’aria di festa si mescolarono le note  più dolci ed allegre del mondo.

Musica e canti si diffusero nell’aria mentre i piedi calpestavano felici la terra.

Il palloncino si trovava ora fermo,vicino ad un marciapiede sgretolato.

Un bambino lo vide e lo raccolse.

Si portò il beccuccio alla bocca e cominciò a soffiare e,quando fu di nuovo gonfio e bellissimo,lo legò con il suo filo e lo liberò nell’aria.

-“Altri luoghi ed altre genti-    Pensò il bambino      -“dovranno respirare l’aria di festa,perchè quest’aria non è in vendita ma è di tutti”-

E’ un aria che nasce dal cuore della gente,si diffonde attraverso il soffio delle emozioni e raggiunge tutti i luoghi del mondo trasportata dall’allegria della musica.

 

Festa della Vulandra

La Vulandra

Nelle giornate dal 21 al 23 Aprile,al Parco Urbano G. Bassani di via Bachelli a Ferrara si terrà la festa della Vulandra.

In uno spazio assolutamente privo di barriere architettoniche,si svolgerà una manifestazione per tutti quelli che hanno la passione dell’Aquilonismo.

Convoglieranno qui da Francia,Svizzera,Austria,Germania,Lussemburgo,Olanda,Inghilterra,Brasile e Colombia tutti coloro che vorranno coniugare la loro passione per l’Aquilonismo con le opere di ingenieria aerea realizzata dal gruppo locale “Vulandra”.

Assieme alle esibizioni di volo sia in singolo che in team,ci saranno laboratori di costruzione sia per bambini che per adulti.

Il tutto nella meravigliosa cornice del Parco Urbano dove l’elemento “Natura” primeggia nella sua intierezza,rallegrato da punti ristoro e giochi per bambini.

La manifestazione si svolgerà negli orari compresi fra le ore 10 e le ore 19 di ogni giornata prestabilita.

Tradizione rivisitata

Cipolle alle mandorle

La cipolla è sempre stata alla base di una cucina povera e tradizionale.

Rivisitando il piatto della tradizione si può ottenere un ottimo contorno da accompagnare a carni alla griglia oppure da affiancare a piatti di carne in agrodolce.

Ingredienti

Cipolle napoletane oppure di tropea

olio,burro,sale,pepe,aceto di mele,aceto balsamico o glassa di balsamico,zucchero.

Mandorle con la buccia (quelle scure)

Pelare le cipolle,taglirle a rondelle non troppo spesse ed adagiarle in una teglia grande ed inaderente assieme ad olio,burro,sale e pepe.

Iniziare la cottura per 5 minuti.

Aggiungere poi i 2 tipi di aceto,le mandorle e lo zucchero.

Coprire con un coperchio per emulsionare gli ingredienti.

Si evidenzierà presto il bisogno di aggiungere una o più volte un goccio di acqua per finire la cottura che durerà circa 30 minuti.

Otterremo così una cipolla cotta e caramellata dallo zucchero e dalle mandorle che saranno un ottimo elemento per facilitare la digeribilità della cipolla.

E’ possibile realizzare questa ricetta anche in forno…….stessi ingredienti….tutti insieme.

Occorre però un tempo più lungo per la cottura

Villa Carlotta sotto la neve

I miei pensieri….sotto la neve

 

L’aspettavamo ed è arrivata!

Forse con qualche ora di ritardo ma si sa,in Italia,è quasi sempre tutto in ritardo.Silenziosa e leggera come sempre ha regalato un volto nuovo,seppure antico,alla città di Ferrara.

Anche la mia casa ed il mio giardino di certo non sono immuni al cambiamento e,quando stamani ho guardato fuori dalla finestra,nel buio di un mattino che tardava ad arrivare,non ho potuto evitare un’emozione crescente.

Ma voglio lasciare la descrizione del paesaggio a poeti,letterati e pittori che,nel corso della storia,hanno saputo attraversare con parole ed immagini questo ripetuto” fenomeno” della natura,per dedicare un po’ di tempo ai miei pensieri.

Solo ieri nel mio piccolo microcosmo erano presenti tanti passaggi di colore.

Colori ben definiti che si snodavano dal marron della terra al verde delle piante,al rosso e all’arancione delle palline di quei grappoli di cui le piante stesse si erano adornate.

E poi il verde del tappeto erboso che si stende lungo tutta la fiancata della casa per sparire,nel suo terzo lato, dietro la casa stessa.

Ora,per effetto neve,è tutto bianco,un monocromatico quasi perfetto che,in assenza di rumore,mi aiuta ad allineare i miei pensieri.

Ed è proprio questa assenza di rumore che mi rende possibile ripercorrere quei sentieri che mi riportano indietro nel tempo,davanti ad un camino alimentato a legna,e dove,sulla mensola in alto,non vi erano suppellettili,bensì bicchieri di latta.

La stufa,a cerchi concentrici,manteneva sempre una pentola di acqua calda che si raccoglieva con un mestolo di alluminio a manico lunco ed uncinato.

E poi il ferro da stiro…..pesante come un macigno ed esattamente uguale a quello che usava Lara nel film”Il dottor Zivago”.

Ma quella che può sembrare una immagine squallida in realtà non lo era poichè,in quella sola stanza a disposizione di tutti,c’era “la vita”.

La presenza di tante figure famigliari,di legami affettivi forti,di speranze per il futuro faceva sì che il misero contesto ambientale fosse ricco come non mai.

Nel corso degli anni la neve si ripresentata più e più volte ed ogni volta ha incorniciato un paesaggio diverso,non solo dal punto di vista ambientale,ma soprattutto emozionale.

Case con temosifoni,bagni con scorrimento di acqua calda e fredda,TV con 2 o più canali………i sogni realizzati.

Ma,pensandoci bene,forse è stato proprio in questo passato prossimo che è cominciato “Il Grande Rumore”.

Il Grande Rumore, fatto di voci che non si ascoltano,di pensieri che non trovano uno spazio di condivisione,di figure che si defilano,di esseri umani che si odiano,di rinunce non fatte,di promesse non mantenute,di intolleranza a prescindere,di ipocrisia radicata nella genetica.

Guardo il mio giardino e mi piace pensare che, questa volta,la neve sia venuta per” silenziare “un po’ tutto questo,per appiattire i toni,per smorzare gli eccessi,per dare spazio alla riflessione,per placare la guerra che ormai abbiamo tutti dentro.

La narrazione……sulle ali della parola

Il cantastorie

 

Era un cantastorie,un cantastorie da sempre…..girava di casa in casa,di paese in paese a raccontare a tutti,grandi e piccini storie fantastiche.

Se vedeva una donna che cuciva le raccontava la storia di un ago vanitoso che aveva paura di essere rotto dai cuciti pesanti.Se vedeva un venditore al mercato gli narrava la storia di un baule magico che poteva  volare e…….quando incontrava i bambini narrava loro storie di bosco,di fate,di streghe e di folletti.

E le raccontava talmente bene che alla fine lui stesso finiva per credere che fossero vere.

La gente,proprio perchè era bravo,gli dava un pezzo di pane,un’arancia,una tazzina di zucchero e lui,poverissimo ma felice di venire ascoltato,viveva così,girando il mondo,senza avere una casa.

Le sue scarpe erano ormai consumate e sperava di trovare un ciabattino che gliele riparasse in cambio di una delle sue storie.

L’inverno stava per arrivare e con le sue scarpe logore non poteva fare molta strada.

Di giorno i raggi del sole lo aiutavano a scaldarsi,ma la notte,la notte così fredda e buia gli metteva quasi paura.

E fu così che in una notte di Dicembre tanto fredda da gelarne persino il ricordo,il cantastorie si addormentò sulla panchina di un parco,stringendo al petto una giacchetta troppo leggera per ripararlo da quel freddo intenso.

Ma quella notte,quella notte successe l’incredibile.

Improvvisamente,quando il sonno del cantastorie stava per diventare un sonno senza risveglio,sentì sul suo corpo uno strano calore.

Avrebbe voluto allentare le mani dal collo della giacca ma pensò che fosse un sogno e per non perdere il calore non aprì neppure gli occhi.

Ma il calore era sempre più intenso e piacevole fino a che,ormai sveglio ,decise di guardare……..

Davanti a lui una donna vestita di rosso….

-Chi sei?-disse il cantastorie.

-Sono la fata de Fuoco……so che non mi credi vera,so che pensi di sognare ma io sono qui per regalarti il mio calore così come tu hai regalato le tue storie meravigliose.-

-Non è possibile,le fate delle mie storie erano immaginarie e non vere come te……non facevano caldo.-

-Ma tu sai che notte è questa?-

-No di certo ,io non ho un calendario!-

-Questa è la Notte di Natale,è il 24 di Dicembre e mio padre,il Grande Sole,mi ha mandato fin quaggiù per donarti il calore della vita. E poi ecco qui….-disse porgendogliele-…..ecco un paio di scarpe nuove.Sono magiche,non si consumeranno mai .Con queste potrai continuare a girare il mondo narrando storie a tutti quelli che ti vorranno ascoltare.-

E così dicendo sparì nel nulla.

Il cantastorie aveva rivevuto un bellissimo regalo: Scarpe Magiche,Scarpe Senza Tempo!

Quelle scarpe erano il premio per la sua bontà,per non aver mai chiesto mai nulla.E il calore che la fata del fuoco gli aveva donato era ancora lì,dentro di lui,non poteva  andarsene perchè era il calore dell’amore.

Il cantastorie continuò a girare per il mondo,a raccontare le sue magnifiche storie ed ogni anno,la Notte di Natale,come magico appuntamento,la fata del fuoco gli appare in sogno,a rinnovare quel calore,quell’amore che lui porterà a tutti attraverso le sue magnifiche storie.

 

 

Carla Zaccaria

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